Da vari periodi di "lavoro sul campo" trascorsi negli ultimi anni nel nord della penisola scandinava nasce questa monografia dedicata ai sami, il popolo autoctono più antico di tutto il continente europeo, noto ai più col nome di lapponi.
In questa seconda edizione del volume, significativamente arricchita rispetto alla prima, si parla del territorio in cui essi vivono, della storia e delle tradizioni sociali e religiose di questo antico popolo ridotto ormai a meno di centomila persone, dei loro diritti per secoli calpestati dai popoli scandinavi e slavi che ne hanno invaso i "confini" insediandosi fra i loro pascoli nella tundra inospitale del grande nord; e attraverso alcuni esempi letterari e artistici, si evidenzia il loro atavico e sacro rapporto fra uomo e natura che ne ha sempre contraddistinto la vita individuale e sociale.
Ma parlare dei sami significa ovviamente parlare anche dell'animale col quale hanno vissuto per secoli quasi in perfetta simbiosi, la renna, essa stessa divenuta simbolo del loro territorio, un tempo senza confini ma oggi diviso fra ben quattro stati diversi: la Norvegia (dove vive la maggioranza di questo popolo), la Svezia, la Finlandia e (marginalmente) anche la Russia. Queste frontiere, per quanto aperte (almeno quelle dei tre stati scandinavi), hanno messo in enorme difficoltà gli allevatori di renne, le cui mandrie non conoscevano fino a un secolo fa alcun confine per il pascolo e gli itinerari della transumanza, mentre oggi i sami sono soggetti a pesanti multe nei casi di sconfinamento dei loro animali fra stato e stato.
In realtà i sami si sono opposti nel tempo a molte cose che a noi occidentali sembravano "ovvie": al graduale disboscamento delle foreste scandinave per la produzione industriale del legno e della carta, al fenomeno crescente dell'urbanizzazione, alla costruzione di nuove vie stradali e ferroviarie, alle centrali elettriche, all'estrazione di minerali e di petrolio anche al largo della costa, alla deviazione dei fiumi che solcavano la tundra e i boschi per la costruzione di centrali idroelettriche, all'installazione di pale per i parchi eolici, ecc. Tutto questo è sempre avvenuto in nome di un rispetto della natura mai dimenticato e mai sottovalutato, nemmeno di fronte all'avanzare imperterrito della modernità, o quanto meno di un progresso invasivo e non rispettoso dell'equilibrio e dell'armonia universali, alla base non solo del loro misticismo religioso, ma anche semplicemente della loro abituale vita quotidiana da individui e da gruppo sociale.
E dato che quel territorio così amato, seppur tanto apparentemente inospitale, sta sempre più evidenziando la sua fragilità davanti all'avanzare dell'uomo, i sami sono i primi a rendersi conto di essere diventati, potenzialmente, le principali vittime della "civiltà" e del (conseguente) cambiamento climatico. In questo contesto fra le nuove generazioni c'è chi rivendica con orgoglio la propria origine e l'appartenenza alla cultura di un popolo di cui si continua a essere fieri, pur in un rinnovato contesto politico e sociale pan-europeo; ma ci sono anche coloro che tendono a nascondere la loro origine, preoccupandosi di continuare a sentirsi schiacciati dal peso di un'origine ancora mal tollerata dal risorgente nazionalismo scandinavo.
Nella terra del sole di mezzanotte
Una storia spesso drammatica
L'individuo, la famiglia, la comunità
Uomini e renne: una simbiosi perfetta
I sami pescatori
Misticismo e religiosità
La lingua e la letteratura
Le arti
I luoghi dell'identità e della cultura sami
Essere sami oggi
Riferimenti bibliografici