Secoli di disprezzo, o quanto meno di invisibilità, impediscono ancora oggi spesso un'oggettiva comprensione della cultura dei rom, un popolo assai eterogeneo ma fortemente identitario che continua a essere considerato dedito al nomadismo anche quando non lo è più, e quindi avvertito perfino come parassitario per il proprio modo di vivere rispetto alle attività dei "residenti".
A rendere ancor più difficoltosa la comprensione della cultura dei rom, quasi sicuramente originari del sub-continente indiano, concorrono sia il fatto che i componenti di questo popolo, comunemente chiamati in tono dispregiativo zingari, dopo le loro grandi peregrinazioni sono ormai da secoli privi di un territorio proprio, cioè di una "patria"; sia la grande parcellizzazione dei gruppi che lo compongono (oltre ai rom veri e propri, sinti, gitani o tzigani, kalo, gypsy o romanichals, romanisæl o ancora lom); sia infine la mancanza di una unità linguistica, dato che il romaní, la loro lingua, è stata tramandata solo oralmente fino all'800 causandone la scomposizione in un innumerevole gruppo di "dialetti", nati dagli interscambi semantici e morfologici con le lingue parlate nei territori dei vari insediamenti.
La marginalizzazione delle genti rom, resa drammatica anche dalle tante persecuzioni subìte nel tempo e culminate nel tragico "porrajmos" al tempo del nazismo, che li ha reso vittime impotenti accanto agli ebrei delle camere a gas, è solo apparentemente cessata con la fine della seconda guerra mondiale, dato il persistere di una ostilità latente nei loro confronti da parte di tanti popoli e governi; con l'espansione dell'economia capitalista i rom hanno avuto quindi davanti una scelta obbligata: entrare a far parte della cultura degli altri (dei gagé), ma diluendo in tal caso la loro storica identità, oppure rimanere definitivamente al margine della società, pagandone tuttavia fino in fondo il prezzo.
In questo libro l'autore, partendo dalle sue esperienze etnografiche e raccogliendo alcuni dei più importanti contributi della "ziganologia", dopo aver tracciato la storia delle migrazioni e degli insediamenti rom e sinti sul territorio europeo, analizza i loro rapporti familiari e sociali e la loro filosofia di vita fra mito, sacralità e senso del destino, per poi esporre alcune delle caratteristiche della lingua romaní e illustrare alcune delle loro più interessanti espressioni letterarie e musicali, chiudendo con alcune considerazioni sul futuro dei rom fra identità e integrazione.Premessa
Le difficoltà di una denominazione e di una ricostruzione storica
- Rom, ma non solo
- I numeri di un popolo sparso
- La storia delle migrazioni e degli stanziamenti rom
- Dalle prime forme di razzismo al porrajmos nazista
Le famiglie e i rapporti sociali
- Il valore della famiglia, la sua formazione e i figli
- Nomadismo e residenzialità: i "campi nomadi"
La filosofia di vita
- Viver ogni giorno fra l'occulto e la pietà
- Il male e la malattia
- Le norme di vita, il diritto consuetudinario e le pene
- Le attività circensi
- I pellegrinaggi
La lingua romaní e le espressioni letterarie
- Le principali caratteristiche della lingua romaní
- Alcune espressioni letterarie dei rom italiani
Norme e prescrizioni, divieti e tabù: la religione nella vita quotidiana
- Norme e prescrizioni
- Divieti e tabù
I significati della musica e della danza
- Il framenco
- L'influenza della cultura rom sulla musica classica e sulla musica popolare
- Il jazz manouche
- La musica pop gitana
- L'inno "transnazionale" dei rom
Il futuro dei rom fra identità e integrazione
Riferimenti bibliografici